Introduzione dell'Euro

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    Introduzione dell’euro
    Ciascuno stato membro deve rispettare l’insieme di questi parametri per partecipare alla terza fase dell’unione economica e monetaria.
    Tali parametri riflettono il grado di convergenza economica che gli stati membri devono raggiungere per poter introdurre l’euro.
    Se il deficit di un paese membro si avvicina al tetto del 3% del PIL, la Commissione europea propone e il Consiglio dei ministri europei in sede di Ecofin approva un avvertimento preventivo , al quale segue una raccomandazione vera e propria in caso disuperamento del tetto.
    Se successivamente alla raccomandazione lo stato coinvolto non adotta sufficienti misure correttive della propria politica di bilancio, esso viene sottoposto ad una sanzione che ha la forma di un deposito infruttifero da convertire in ammenda dopo due anni consecutivi di deficit eccessivo.

    É comunque previsto un tetto massimo all’entità complessiva della sanzione pari allo 0,5% del PIL.
    Se lo stato adotta tempestivamente delle misure correttive la procedura viene sospesa fino a quando il deficit non decresce e diventa inferiore alla soglia del 3%.
    Se però le misure correttive si rivelano inadeguate la procedura viene ripresa e la sanzione viene irrogata.
    Il primo early warning fu proposto dalla commissione e fu approvato dall’Ecofin nei confronti dell’Irlanda nel 2001.


    Critiche al patto di stabilità e crescita
    Spesso è stata sottolineata la rigidità del patto di stabilità e crescita, e la necessità di applicarlo considerando l’intero ciclo economico e non di un singolo bilancio di esercizio.
    Molti euroscettici affermano che il patto di stabilità e crescita è stato finora applicato in maniera incoerente.
    In effetti considerato anche che come stabilito dalla Corte di Giustizia europea nel 2004, la procedura del deficit eccessivo (pde) richiamata del patto non è obbligatoria, appare ormai evidente quanto sia difficile far valere i vincoli del patto di stabilità e crescita nei confronti dei così detti “grandi” dell’Unione europea, che tra l’altro ne furono gli stessi promotori. Infatti questi paesi registrano da anni dei deficit eccessivi secondo la definizione del patto.
    Ma ciò nonostante malgrado gli avvertimenti e le raccomandazioni ricevute non si sono visti poi applicare alcuna sanzione.

    Nel marzo del 2005 quindi, in risposta alle crescenti perplessità, l’Ecofin ha deciso di ammorbidire le norme e di rendere più flessibile il patto di stabilità e finanza.
     
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